Festival di Lughnasa nel Nord-Irlanda (Armagh Rhymers)

Nel neo-paganesimo e nel paganesimo Lughnasadh (o anche Lunasa o Lughnasa) è uno degli otto sabbat (celebrato il 1º agosto nell’emisfero nord), il primo dei tre che celebrano la stagione del raccolto (gli altri sono Mabon e Samhain).

fotografia di Manuel Schiavi

La festa ricorda il sacrificio del Dio, sotto forma di grano: nel suo ciclo di morte (per dare nutrimento alla popolazione) e rinascita. Il grano veniva identificato come uno degli aspetti del dio Sole, che i gaelici chiamavano Lúg (il luminoso). Viene anche usato il nome Lammas preso da una festa anglosassone poi cristianizzata che si svolgeva nello stesso periodo, che potrebbe o meno avere la stessa origine.

Come indica il nome (da loaf-mass, “festa dei pani”), si tratta di una festa di ringraziamento per il pane, che rappresenta il primo frutto del raccolto. Alcuni neo-pagani celebrano la festa cucinando una figura del Dio fatta di pane per poi sacrificarla e consumarla ritualmente. Il calendario pagano rispecchia la ripartizione dell’anno Celtico. Tale ripartizione verrà poi adottata dalla chiesa che cristianizzerà le ritualità pagane, adeguandosi al calendario pagano già in uso.

fotografia di Manuel Schiavi

Tale partizione dell’anno prevedeva due principali momenti. Una parte oscura comprendente: Samhain 31 Ottobre, Alban Arthuan 21 Dicembre, Imbolc 1 Febbraio, Alban Eiler 21 Marzo; e una parte chiara con Belteinne 1 Maggio, Alban Heruin 24 Giugno, Lughnasadh 1 Agosto, Alban Elued 23 Settembre. Halloween segnava l’inizio dell’anno e le feste del Calendimaggio (di cui abbiamo detto prima) richiamavano l’Estate. Propriamente Lughnasad è la festa dell’Estate, in cui si ringraziava la terra per l’abbondanza del raccolto. Conosciuta anche come festa del Grano perché nelle campagne del Nord Europa si dava inizio alla maturazione del grano.

Forse, l’ultima delle grandi festività celtiche, che Lugh, il dio del Sole aveva istituito personalmente a commemorazione della madre. Da questo momento inizia il periodo nel quale si cominciano a raccogliere i frutti dell’anno, sotto la protezione della dea Madre “Terra Fertile”, sacrificatasi per assicurare la prosperità ai suoi figli. Secondo una leggenda Irlandese le origini della festa sono collegate appunto alla dea Madre, la quale affaticandosi per preparare le pianure irlandesi all’agricoltura, morì. Lugh ordinò allora che venisse istituita una festa annuale all’anniversario della sua morte. Vero scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. La festa celtica di Lughnasad divenne successivamente la festa di Lammas, che nella tradizione scozzese è come il nostro San Martino, quando vengono pagati i terreni in affitto e si rinnovano i contratti. Lugh in questo contesto diventa la divinità del grano che non muore mai perché il grano tagliato rinasce come farina e pane.

Nella festa sopravvivono antiche tradizioni e celebrazioni dello spirito del grano. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi. Poi si passò a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello: il sacrifico della dignità primordiale, che moriva come re del grano e il cui sangue benediceva la terra, garanzia di futuri e abbondanti raccolti.

fotografia di Manuel Schiavi

Nelle zone più rurali dell’isola, alcune comunità continuano a celebrare la festa con danze e fuochi propiziatori. Ricordiamo che nell’Europa celtica era onorata Brigit, dea del triplice fuoco; infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il nome deriva dalla radice “breo” (fuoco). I riti di Brigit (Santa Brigida) vengono celebrati in concomitanza con quelli di Imbolc. In Irlanda, si preparano, con gusci e rametti, le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cioè la figura della ruota solare (che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate l’anno prima e conservate fino ad allora.

La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina. Tali oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente.

fotografia di Manuel Schiavi

Da qualche anno seguo un gruppo di maschere (uno degli ultimi rimasti in Irlanda insieme ai Fingal Mummers) ad Armagh (Nord-Irlanda). Il nome del gruppo è Armagh Rhymers (tav 1), sono un colorito gruppo di musici che allietano le feste di paese con musica e canti tradizionali. Escono durante le principali date del calendario celtico e indossano maschere realizzate con la paglia, da artisti locali.

Gli Armagh Rymers sono scesi in Italia, ad Ardesio, lo scorso anno, per vivere con noi la magica serata del Zenerù.

Leader dei Rhymers è Dara Vallely artista riconosciuto a livello internazionale, pittore e musicista da oltre quaranta anni fa rivivere la tradizione delle maschere di paglia irlandesi (Straw men). Si è quindi delineato un interessante gemellaggio col loro gruppo sperando anche in possibili future collaborazioni e trasferte delle nostre tradizioni fuori Italia.

Lascia un commento